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L'uomo nella storia

L’uomo nella storia, 1974
da SABINALBANO MODARTGALLERY “Mi è sempre piaciuto disegnare. L’ho sempre fatto, però non ho mai pensato al disegno come evasione, come gioco, distrazione o rilassamento. Una mia particolarità: disegno sempre con il pennarello indelebile, mai con la matita. Quando disegno non cancello mai, non stacco mai la penna dal foglio. E’ come un viaggio senza tappe, direttamente alla meta. Cosi sono nati questi 12 lavori grafici che presento, dopo 43 anni, da Sabinalbano Modartgallery, salita vetriera, 15 Napoli - 1974, ero fidanzato con Beatrice, mia moglie. Le sere che andavo a trovarla, spesso mi portavo il materiale per disegnare, fogli fabriano 4 e i pennarelli Edding colorpen 1300. Così sono nati questi disegni che raccontano “l’uomo nella storia”. Li ho ritrovati dopo 43 anni, (nel mio studio regna il caos, personalmente non trovo mai niente, a volte, come in questo caso, mi meraviglio nel ritrovare lavori “dimenticati”.

La mostra “L’UOMO NELLA STORIA 1974” di Giuseppe Panariello a cura di Maresa Galli che interpreta in chiave filosofica il progetto di Panariello. Panariello presenta dodici opere (70x100) su dibond, dai cromatismi accesi che svelano memorie, visioni e mondi del viaggio nella storia dell’uomo: (l’uomo primitivo – l’uomo totem - l’uomo soldato – l’uomo finestra - l’uomo gemelli – l’uomo animale – l’uomo spaziale – l’uomo aeroplano – l’uomo totem – l’uomo cavallo – l’uomo mucca - l’uomo bestia) e 12 sculturine in legno dipinto che rappresentano l’iconografia geometrica centrale di ogni lavoro. L’artista racconta con una grafica orientata alla comunicazione visiva il viaggio meraviglioso, sconcertante, ambiguo, trionfante, brutale dell’uomo nel tempo.

Il progetto, vedrà anche la presentazione del CALENDARIO 2018 in tiratura limitata, con stilemi di Maresa Galli. Questi disegni – spiega Panariello – è un grande viaggio, che racconta la fantasia dimenticata, che tuttavia non ci lascia mai: “vi fu sempre nel mondo assai più di quanto gli uomini potessero vedere quando andavano lenti, figuriamoci se lo potranno vedere andando veloci, John Ruskin”. Questa mostra mi permette di condividere una parte della mia vita che non era visibile, è stato un dovere per me condividerli con le persone che amo e stimo.